“La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti.”
A. Einstein
Per mantenere la propria stabilità, bisogna mantenersi in movimento.
Ma come? Su se stessi o verso una meta prestabilita? Oppure guardando avanti e affidandoci alle nostre sensazioni e al nostro sesto senso?
- Come in un Sabato di Saldi
Ti sei mai trovato nella più illustre strada della tua città il primo sabato di saldi? Un fiume di persone che si spostano camminando a testa bassa, muovendo i piedi talmente veloci che sembrano non toccare terra. E tu ti trovi fra loro, in mezzo a questo flusso inarrestabile di persone, anche tu ad occhi bassi, mentre una vocina nella tua testa ripete: “Devi correre più veloce. Devi arrivare prima degli altri”.
- Il Passo del Granchio
Tuttavia, ad un certo punto avverti uno stato di malessere: misto di ansia e nausea e inizia a mancarti il respiro. Mentre ti domandi di chi è quella voce che non ti fa sentire a tuo agio, alzi gli occhi, ma nessuno sguardo da incorociare. Ti chiedi: “Dove sono?”, ma nessuno può rispondere, sono tutti troppo impegnati a seguire la corrente. E ti chiedi:”Dove sto andando?” e soprattutto:”Questo è il posto che fa per me?”. E ti togli dalla folla cercando un vicolo in disparte per riprendere fiato.
- Il Battesimo del Viaggiatore
Forse non in un sabato di saldi, e forse non sarà eclatante, ma esiste un momento nella vita di ognuno di noi in cui accade un avvenimento che ci scuote dalla quotidiana normalità e ci fa alzare la testa. In un attimo, ci guardiamo intorno con occhi nuovi e qualcosa in noi sussulta e ci fa mettere in dubbio ciò che è stato fino a quel momento il nostro cammino. “Chi si ferma è perduto” mi ripeteva la mia nonnina, in memoria di un’educazione ferrea ricevuta in un’epoca in cui non c’era tempo per farsi troppe domande e cercare le risposte poteva voler dire non sopravvivere.
Ma è questo il senso di quel movimento che suggerisce Einstein? Muoversi a testa bassa e affidarsi alla corrente? Oppure fermarci, prendere fiato, allinearci con noi stessi e proseguire il nostro cammino seguendo il filo invisibile che è la nostra rotta, che solo i nostri sensi sanno intercettare?
Personalmente, preferisco pensare che sia il secondo. E tu ?